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Ecuador in fiore - 2 -

E continuiamo a salire fino alla prima, rapida, frenata. Maxillaria rubioi. Una bella pianta con molti fiori grandi e profumatissimi. Li troviamo anche una bella ed inusuale (rispetto alla moltitudine di queste che troveremo poi) Sobralia sconosciuta, delle Sobralia crocea dai piccoli fiori arancioni, molti Pleurothallis, Stelis e dei grandi Elleanthus.
Salendo ancora la presenza di Pleurothallis e Stelis, di una moltitudine di varietà, si fa massiccia, intervallati dagli (a questo punto) onnipresenti Elleanthus e da Xylobium. Poi iniziamo a vedere i primi Epidendrum. Dagli Epidendrum a canna con i mazzolini di fiori dal rosa al porpora, ad altri di diversa natura, piccoli e con fiori bronzei.
Salendo più in alto ancora, entriamo in un nebbione, e siamo salutati da una leggera e finissima pioggerellina. Non a caso siamo in piena zona di foresta nebulare.

A questo punto, ogni scarpata, ogni albero ed ogni cespuglio straripa di orchidee e bromeliacee di ogni tipo. Troviamo la Brachtia andina con catenelle di fiori giallo dorati, la Masdevallia xanthina e tante altre pleurothallidinae. Ma Ivan ci avverte: fino a poco tempo fa qui c'erano tantissimi Odontoglossum e tante altre orchidee nella foresta nebulare. Adesso hanno bruciato tutto e c'è rimasto ben poco. Gli unici rimasugli della foresta sono qualche albero sparso in qua e là e qualche boscaglia lungo i fossi e nelle pareti inaccessibile.
Torniamo in basso e andiamo al nostro alloggio: ci aspetta una cena a base di trota.

Il giorno successivo è ricco di belle cose e ricordi particolari: iniziamo con una bella scarpinata alla ricerca del Pleurothallis teaguei in una zona nelle vicinanze di Lita. Il cammino non è dei più comodi e puliti … e di fatto ci infanghiamo fin sopra i capelli, immersi in un'atmosfera calda e umida all'inverosimile. Lo troviamo, uno dei giganti delle pleurothallidinae. Il P. teaguei ha fusti alti anche un metro e foglie larghe e lucide di oltre 40 cm. Purtroppo non è in fiore adesso. Però scoviamo alcuni Sigmatostalix dai fiori gialli, oltre ad una moltitudine di altri Pleurothallis, Stelis, Lepanthes, alcuni Oncidium, Maxillaria, eccetera eccetera.

Finito il giro, ripartiamo e questa volta vediamo una pianta ed un genere veramente inusuale. Troviamo infatti una colonia di Selenipedium aequinoctiale. I Selenipedium sono lontani parenti di Phragmipedium e Paphiopedilum, più strettamente collegati ai Cypripedium. Le piante sono dei fusti simili a canne, di uno-due metri e portano una moltitudine di fiori sulla punta che si aprono uno per volta, di brevissima durata presi singolarmente.
Il fiore è singolare, piccolo, molto delicato, di una colorazione generale che tende al pesca. E' stato bello vedere in fiore, nel proprio habitat naturale, uno dei membri più rari delle mie amate cypripedioideae.

Il prossimo che ci aspetta è il Phragmipedium hirtzii.
Questo maledetto, vive su di una roccia nel bel mezzo di un torrente. Ivan ci dice che dobbiamo bagnarci i piedi ma che le piante stanno vicino ed il percorso è 'facile'.
Maledetto anche Ivan, che per farci vedere questa specie, ci fa fare un pericolosissimo percorso di guerra degno del più ardito Indiana Jones, su, tra ragni grandi come padelle, ascensioni verticali su rocce muschiose e tronchi scivolosi e/o sospesi in bilico su fosse che sembrano trappole dei Viet-Cong visto come sono aguzze le rocce che stanno 3-4 metri sotto di noi.
Tutto questo per vedere il Phragmipedium hirtzii che, bontà sua, è irraggiungibile e dobbiamo accontentarci di vederlo da un 15-20 metri di distanza.
E … beh, il percorso al ritroso si è rivelato più difficile e pericoloso che in salita, il che è tutto dire. Okey, andiamo adesso a vedere un altro Phragmipedium, il longifolium.

Maxillaria rubioi

Epidendrum

Sobralia

Sigmatostalix


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© Giulio Farinelli 1997-2004